lunedì 13 maggio 2013

Auguri a me stessa

Uno. Mi è caduto dal passeggino. Un volo infinito, sebbene di pochi centimetri. Un tonfo sull'asfalto e l'impressione che rimbalzasse. Un suo pianto disperato e la mia angoscia più profonda. Il suo primo tuffo senza paracadute. L'ho preso in braccio e ho sdrammatizzato, attraversando la strada e mostrandogli il mare. In mezzo a quei lacrimoni si è schiuso un grande sorriso che mi ha riappacificata col mondo.

Due. Ha dormito tutta la notte. Perché certe volte capita. E se la mattina successiva è pure la festa della mamma, allora vuol dire che Dio c'è. A intermittenza, ma c'è.

Tre. Dopo pranzo ha fatto un pisolino di due ore mentre tutti noi prendevamo il sole e ci rilassavamo sull'erba. Il pisolino più lungo della storia. Dio si è palesato di nuovo.

Quattro. Quando si è svegliato era simpatico e affamato come un camionista. Nessuna novità. Poi si è fatto sei litri di pipì addosso, fin su in alto, alla collottola, e io non avevo i calzoni di ricambio. Anche qui nessuna novità.

Auguri a me stessa. Auguri, amore mio. Auguri, mamma.













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