martedì 30 aprile 2013

Auguri sillabici

"Ma-mamamamama-maaaaa-mama-ma".

Oggi compio 31 anni e al risveglio ho ricevuto il miglior regalo possibile.

lunedì 8 aprile 2013

Liebster. No, non è una parolaccia.

Poi un bel giorno una dolcissima mamma in attesa (che ringrazio e stimo per il coraggio) decide di premiarmi con questo Liebster blog award, che non avevo la più pallida idea di cosa fosse. E ho scoperto che è un’iniziativa ideata in Germania per premiare blog che abbiano meno di 200 followers. Visto che io non ne ho nemmeno uno, direi che mi è andata di lusso. Una simpatica e tecnologicissima catena di Sant'Antonio che però fa un sacco piacere.

Per far continuare questo scambio di informazioni tra blog bisogna:

Ringraziare il blog che ti ha assegnato il premio, citandolo nel post dedicato al premio stesso.
Rispondere alle 11 domande proposte dal blog che ti ha premiato.
Scrivere 11 cose su di te.
Scegliere e premiare altri 11 blog con meno di 200 followers.
Formulare 11 domande a cui loro dovranno rispondere.
Informare i blog vincitori del premio ricevuto.

Una specie di lavoro di fatica, ma superato lo sforzo iniziale poi si va sereni. Ecco qui:

Un film che ti è servito in adolescenza o ti è servito per superare un brutto periodo? Pretty woman. Quando finivo di guardarlo ero convinta anch'io di essere “quella gran culo di Cenerentola”.
Una canzone la cui atmosfera ogni volta ti consola? A woman left lonely, di Janis Joplin. Piace anche a mio figlio, ma nella versione di Cat Power. Intenditore.
La cosa che ti capita più spesso di rimandare? Tutto ciò che mi viene imposto e schedato come “urgente”. Automaticamente entro in modalità PAUSE.
Il telefilm del cuore (ma anche I telefilm va..)? Da adolescente seguivo ossessivamente Beverly Hills ma ogni volta che Dylan faceva il pirla con Brenda mi ripromettevo di non guardarlo più. Anni dopo è subentrato Sex and the City, ma non riconoscendomi in nessuna delle quattro Marie non mi sono veramente appassionata. Il mio vero mito è Dexter: molto gnocco, odia tutti e vuole far fuori i cattivi. Lo amo.
La faccenda di casa più noiosa? Tutte, se sono faccende. E a quel punto le delego o le rimando in via permanente (vedi punto 3).
Hai degli animali? Sì, due: una talpa e un maiale nano. Si chiamano Gabriele e Vittorio.
Una cosa che pensavi: non ce la farò mai, e invece poi ce l’hai fatta? Quante ore ho? Il diploma, poi la laurea, poi l'esame professionale, poi... Quasi tutto nella mia vita. La più difficile e importante però è stata il parto naturale, che era uno dei miei incubi ricorrenti.
Una frase/parola che ripeti spesso in questo periodo? “Qualcuno ha un letto?”
Vai a letto alle ore.. E' una battuta? Non la capisco.
Avessi dei soldi extra, faresti… Lady Gaga. Cioè canterei, mi vestirei in modo improponibile, girerei il mondo e infine sposerei Taylor Kinney.
Tu e i fornelli… Un amore mai consumato abbastanza.

Undici cose su di me:
Non sono abbastanza acculturata, ma ci si può lavorare.
Non sono abbastanza intelligente, ma non ci si può lavorare.
Un barattolo di Nutella va aperto solo se si è in grado di finirlo. Io sono quasi sempre in grado.
I tulipani sono il mio fiore preferito, e di mia madre.
Ho un grande progetto in testa che mi elettrizza e mi stressa, mi preoccupa e mi fa sorridere, mi mette ansia e mi dà la carica. Sogno di costruire qualcosa di solo mio.
Il mio cheesecake è il più buono del mondo.
Vittorio, mio figlio, è esattamente il bambino che avrei voluto avere.
Sto per iniziare a ristrutturare quella che diventerà la “mia” casa. La sogno luminosa, calda, originale, funzionale. Fa parte delle questioni di cui sopra sopra, al punto 7.
Ho dei piedi orribili.
Quando mi sveglio la mattina ricordo perfettamente cosa ho sognato la notte.
Suonavo il pianoforte ma poi ho smesso e oggi non ricordo nulla. Quando sento altri suonare non ho alcun rimpianto: sono molto più bravi di me.
Ora le domande per voi.

Le undici domande-piaga per le vincitrici:

La sera torni a casa e rovesci la tua borsa sul letto. Ci trovi:
La mattina esci di casa e non scordi mai...
Devi fare un collage di sole tre foto del passato per raccontarti. Quali scegli?
Il tuo blog ti ha aiutata a...
Il tuo uomo dei sogni ha tre pregi e tre difetti. Quali?
Il tuo uomo vero ha tre pregi e tre difetti. Quali?
Sushi o amatriciana?
Quaderno di carta o tablet?
Una frase che ripeti continuamente:
Al risveglio, energica oppure muta e intrattabile?
Liebster, una palla da uno a undici?

Infine eccole, le Liebster-martiri:

Cronache Unte
Squa
L'ascia sull'uscio
Rachele Racconta
Aule in tempesta
Wannabe Figa.

Gli altri cinque... boh. Non ce la posso più fa'.

mercoledì 3 aprile 2013

In campagna elettorale

E' un po' che seguo i candidati sindaci della mia città nelle loro corse elettorali. Strette di mano, sorrisi ammicanti, "farò", "risolverò", "vedrete". E stamattina pensavo che anche noi donne, per un certo periodo della vita, viviamo in una costante campagna elettorale. Unico grande competitor, quello che non vorremmo mai sfidare: noi stesse. Noi. Le più grandi critiche delle nostre azioni e dei nostri comportamenti, delle scelte e degli errori, perfino dei più insignificanti. Che il mondo esterno non sia un reale contendente lo sappiamo bene: nessuno è così preso dagli altri quanto lo è da se stesso. Morale della favola, il nostro modo di essere e di apparire conta soprattutto per noi e per una strettissima cerchia di persone che ci circondano.

La nostra campagna elettorale è fatta di pochi strumenti essenziali, fra cui uno spot elementare composto dal modo in cui ci vestiamo e dall'attenzione che dedichiamo alla cura del corpo. Conviviamo con regole precise e invalicabili, che corrispondono al "farò" dei politici: niente smalto sbeccato. Niente calzerotti di licra al polpaccio. Niente ricrescita alta due dita sui capelli. Niente unghie smangiucchiate. Un rapporto costante e intenso con l'estetista per la lotta al pelo superfluo. Massima intransigenza su lingerie e accessori. Rigore assoluto su alimentazione e training.

Poi ci sono i diktat comportamentali, che contano più di tutto il resto. Dobbiamo essere simpatiche, ma non troppo. Romantiche, ma non troppo. Impulsive, ma non troppo. Femministe, ma senza esagerare. Egocentriche, ma con equilibrio. Sportive, goderecce, sensuali, aggressive, ammiccanti, leggere, però al punto giusto.

È un manifesto utopico, il nostro. Che crolla solo ogni tanto, sotto il peso della vita che va al ritmo di un rullo compressore. O di un figlio che sposta altrove le priorità della nostra privatissima campagna elettorale. Quando questo accade dimentichiamo tutto. Regole, obiettivi, ispirazioni. E usciamo di casa con lo smalto sbeccato, i calzerotti di licra, il primo vestito che capita. Troppo poco simpatiche/ammiccanti/leggere per meritare anche solo il più incerto dei voti. I nostri, di voti. Perché agli uomini - agli altri, in generale - quasi sempre andiamo benissimo anche così.

























lunedì 1 aprile 2013

Maternity looks

Premesso che io in maternità ero una pancia con le gambe già dal sesto mese, ricordo perfettamente questo periodo di un anno fa. La primavera che avanza, l'aria frizzantina, le giornate che si allungano, la voglia di rimanere in giro all'aperto per un aperitivo o una cena fuori... E l'armadio gonfio di vestiti stretti.

Man mano che mi ingigantivo, riponevo magliettine e pantaloni immettibili nelle plastiche trasparenti. Dopo qualche mese il mio armadio sembrava un congelatore e l'unico indumento che mi era rimasto era un paio di pantaloni della tuta di mia madre, anno 1979, con tanto di buco sulla chiappa destra.

È stato difficile assecondare il desiderio di acquistare qualcosa di nuovo - come impone il cambio di stagione - ma che fosse necessariamente "a tempo" (quindi premaman e possibilmente non carissimo).

Per quelle rare gravide che non amano cuoricini, fiocchini e pantaloni ascellari, il web è il deserto dei Tartari. Le proposte saltano dai magliettoni antisesso ai vestitini iperattillati della serie "pesoduecentochilimanonfatecicasomivestocomeseavessiancorasedicianni".

Un sito, quello di Asos, mi aveva risolto diversi problemi. Nel settore Maternity c'è tutto, dal vestitino bon-ton corto e largo (che fa sembrare gnocca anche la panza più esplosa - e parlo con cognizione di causa) ai jeans, alle magliette. Insomma look "normali" per donne anormali.
Unica pecca, la modella biondina delle foto. È sempre la stessa da anni. O ha gestazioni a catena, o non è una vera gravida (il che lo si deduce anche dalla gamba che non ha mai conosciuto ritenzione da maternità). Mi domando e dico, che ci vuole a trovare una puerpera vera? Che abbiamo, la peste?