A diventare madri infami è un attimo. Basta andare a fare una passeggiata. Giornata di sole e vento forte, ET vestito come se i Maya fossero in anticipo di due giorni, il nuovo genialissimo marsupio della BabyBjorn, un papà allegro e insolitamente libero per pranzo.
Via della Pace, caffettino, e ti imbatti in una gigantesca carrozzina con dentro un nano di una cinquantina di cm. Senza guardare chi ci sia intorno esclamo spontanea: "guardalo, dorme come un angelo". Fuori campo una vocina tenue e un po' irritata: "a-ha.. Questo non dorme mai".
Alzo gli occhi e incrocio lo sguardo di una poco più che ventenne. Capello esploso, occhiaie color sottobosco, carnagione giallo pallido. Praticamente me tre mesi fa.
Mi fissa come se fossi Fatima pronta a svelarle il terzo segreto.
Io: lo allatti al seno?
Lei: sì, ha preso un chilo in 20 giorni. Ma di notte si sveglia ogni ora. però a un certo punto dormirà, no?
Lì le alternative erano due. Dirle la verità o mentire spudoratamente come avrebbe voluto lei. Una bugia a fin di bene. No. Ho scelto la prima.
"Cara, no, non dormirà per ancora molto, molto tempo. Fattene una ragione e passa in fretta al latte artificiale, così di notte glielo dà anche il padre... Lo vedo molto più riposato di te".
Lui mi ha lanciato un'occhiata che mi ha carbonizzato il cappotto. Lei ci ha ragionato su e poi sconsolata ha sussurrato "è un'ipotesi".
Ho lasciato in fretta il bar per paura che oltre il cappotto finisse carbonizzato anche ET.
Non so in quale momento esatto sia accaduto di passare dall'altro lato della barricata. Da pecorella smarrita a madre infame. Eppure è accaduto. Sarà perché a me il primo mese non è mai successo di sentire la verità. Incontravo solo donne Napisan "Miofigliodormetuttalanottedalgiornoprimadinasceremachestranocheiltuonondormemavedraicheèsoloquestionedigiornimagaridiore". Morite tutte, donne Napisan. Non mi avrete.
Nessun commento:
Posta un commento