lunedì 25 marzo 2013

Uova fai da te - ieri e oggi

Tra meno di una settimana è Pasqua. Direte voi, hai scoperto l'acqua calda.

A Pasqua di un anno fa ero incinta. Aspettavo Telefono Casa da sei mesi. Avevo già una pancia importante (in giro cominciavano a farmi la famosa domanda: "sono gemelli?"). Una pancia molto importante. La mattina di Pasqua al mio risveglio - eravamo al mare in Toscana, come ogni anno - Lui mi mostrò un uovo di cioccolato enorme, incartato di un verde acceso bellissimo e una decorazione minimale, come piacciono a me. L'etichetta inconfondibile: Said. La mia cioccolateria. Il meglio. "Tieni, questo è per te." Pensai che fosse un gesto meraviglioso, una coccola romantica: ero la sua bambina, a cui donare un uovo enorme di cioccolato, il mio preferito.
"Ecco, ora vai alla finestra con l'uovo, facciamo una foto e vediamo se è più grosso lui o la tua panza". Che. Amarezza.

Nel pomeriggio, dopo un allegro pranzo vista mare a base di pizza dolce, formaggio e chili di salame, abbiamo aperto le uova di cioccolato tutti insieme: per mio padre cioccolato fondente. Un classico. Alle mandorle per mia madre. Al peperoncino per l'amica di famiglia pazzerella, che emette sei parole al secondo e per starle dietro ci vuole il registratore. Infine io.

Spacco l'uovo gigante con un pugno violento, come facevo da bimba. E dentro c'è... UN ALTRO UOVO. "Io e Vittorio", penso. Sorrido. Assesto un altro bel pugno e dentro trovo una scatola minuscola. Apro ed eccolo lì, un ciondolo a forma di "V". Afferro un pezzetto in quel mare di cioccolata ed è come speravo: al latte e cannella. Dallo scarto passando per la sorpresa, fino all'assaggio, una sequenza dolcissima. La migliore possibile.

Ovviamente mi commossi. Del resto lo facevo con tutto. Con i film, compresa la pubblicità. Con le canzoni. Era un periodo strano, quello. Gli ormoni facevano la parte del leone ed erano diventati l'argomento principe degli incontri con il ginecologo. Ero ossessionata: "dottore, piango per tutto. Poi passa, vero? No perché io così tutta la vita non ci voglio stare. Io sono la stronza che non piange mai. ci ho messo una vita a diventare la stronza che non piange mai. rivoglio la stronza che non piange mai."

In questo clima sdolcinato da carie ai denti, il fai.da.te mi aveva colpita duramente, come una patologia. È stata una fase complessa ma per fortuna breve, in cui mi ero reincarnata in Martha Stewart e volevo fare tutto a mano. Ricordo di aver trascorso anche un paio di settimane a cercare su internet i tutorials per fare i pannolini lavabili. Quando esternavo a mia madre la volontà di cucire a mano le mutande contieni-cacca e poi lavarle a mano ogni giorno, mi trattava come i matti. Mi faceva parlare e poi senza emettere una parola se ne andava a fare altro, ritenendo inutile anche solo rispondermi. Aveva ragione, è bastata una manciata di cambi di bomba atomica di Telefono Casa per rendermi conto di preferire la sopravvivenza al martirio. Mi sono risa in faccia da sola davanti allo specchio, dicendomi "meno male che sei guarita in tempo".

Su robe più gestibili però ero proprio partita col taglia/cuci/modella/decora/appiccica. Quale occasione migliore della Pasqua e delle sue uova? Quelle vere, da bollire e poi dipingere. Oppure da bucare, svuotare e colorare. Quest'ultima è la forma più grave della malattia: fare dieci frittate da propinare a tre quarti della famiglia per una settimana, rischiando il ricovero di massa e picchi di colesterolo su nonna e zia pur di rimediare quelle sei/settecento uova VUOTE.

Nel mio caso scelsi di pitturarle di rosso e bianco, e poi appenderle con un filo rosso di lana a un ramo di ulivo per arredare la tavola. L'idea era piaciuta molto.

Quest'anno sono molto meno Martha Stewart, ma rimane l'intenzione di decorare le uova (da mangiare, poi). Lo farò senz'altro. Anche perché stavolta non c'è niente di ingombrante tra me e il tavolo di lavoro.























5 commenti:

  1. Un post adorabile da condividere su Facebook! Ci sei su Fb? Un saluto da Trieste post gelicidio... un'esperienza da brivido! Buona settimana in attesa della Pasqua :)

    RispondiElimina
  2. Ma che dolci coccole che ti fanno.. da me sono tutti molto più scarponi.. sigh.
    Per le uova io una volta le feci bollire nel the e poi dipinte con un pennellino imbevuto nel succo di limone!

    RispondiElimina
  3. Bellissime queste uova. Molto modestamente le ho fatte gialle con la curcuma e grigine/viola con vino e cipolla rossa e poi unte con l'olio. Un casino, ma carine.
    Cucire i pannolini? WOW, noi li abbiamo abbandonati causa sedere rosso da scimmietta.

    RispondiElimina
  4. Cherry e Fede, tingere le uova con prodotti naturali e renderle "belle" è molto più difficile...
    Io quest'anno ho pochissimo tempo perciò credo che andrò di colore e foglia d'argento... Vi aggiorno!

    RispondiElimina