Non ricordavi più nemmeno la sensazione. La fatica. La spossatezza del dopo. L'energia che si sprigiona. La bellezza di Roma sulla riva del Tevere.
Su quella pista ciclabile alle 7 di mattina era tutto perfetto. L'unica nota stonata eri tu, un bradipo ciccione sotto sforzo.
Correre è un impegno che rimandi da due anni, inghiottita dalla gravidanza, poi dai ritmi quotidiani, poi dalla pigrizia. Ma poi arriva quel famoso lunedi, quello della frase ricorrente "lunedi comincio" ma che hai sempre glissato con vaghezza da attrice, in cui hai completamente esaurito le scuse. E soprattutto l'indulgenza verso te stessa che ti accompagna dalla nascita del nano: "tranquilla, hai appena avuto un figlio". Un mantra da ripetere sotto la doccia, passando davanti alle vetrine, faccia a faccia con lo specchio di casa. Poi arriva quel famoso lunedi in cui lo specchio ti dice: "bella, tuo figlio oggi compie nove mesi. Scrolla quel tuo culone pesante e corri. Ma tanto."
Oggi per i nove mesi tondi di Vittorio ho regalato a lui e a me stessa questo. Un nuovo impegno, un nuovo inizio. E che il fisico mi assista.
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